I Defunti Possono Farci Visita? Fede, Discernimento e Mistero
- Fab Sov
- 2 giorni fa
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Cari fratelli e sorelle nella fede, il tema che oggi ci proponiamo di affrontare tocca corde profonde dell’animo umano, perché parla di uno dei misteri che da sempre affascinano e inquietano l’umanità: quello delle presunte visite dei defunti e delle apparizioni che, in certe circostanze, sembrano squarciare il velo che separa il tempo dall’eternità. Si tratta di un argomento che richiede rispetto, prudenza e discernimento, poiché coinvolge la nostra comprensione della vita oltre la morte, e dunque il cuore stesso della nostra fede cristiana.

La prima attitudine che dobbiamo assumere di fronte a queste domande è quella dell’umiltà, riconoscendo che non tutto ciò che riguarda il mondo spirituale può essere compreso pienamente con le sole forze della ragione. La Chiesa, madre e maestra, ci offre una bussola sicura per orientarci in questo campo: la Sacra Scrittura, la Tradizione e il Magistero ci guidano, perché non cadamo preda di fantasie, suggestioni o, peggio, di inganni spirituali. Non dobbiamo, infatti, lasciarci trascinare dalle opinioni di sedicenti medium o pratiche spiritiche, che promettono un contatto diretto con i morti ma che, in realtà, possono aprire porte pericolose a influenze che non vengono da Dio.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci ricorda che il tempo che ci è concesso sulla terra è il tempo della decisione e del merito, in cui possiamo scegliere liberamente di vivere per Dio e con Dio. La morte segna la fine di questa libertà di scelta: subito dopo, ogni anima si trova davanti al giudizio particolare, in cui viene determinato il suo destino eterno. La nostra fede esclude in modo chiaro la reincarnazione e insegna che l’uomo vive una sola vita, al termine della quale va incontro al giudizio divino.
Tuttavia, la Sacra Scrittura e la vita dei santi ci mostrano che Dio, in alcune circostanze particolari, può permettere che le anime si manifestino. Nei Vangeli troviamo un episodio fondamentale: la Trasfigurazione del Signore, durante la quale appaiono Mosè ed Elia accanto a Gesù, conversando con Lui. Non si tratta di “fantasmi” nel senso comune del termine, ma di una manifestazione soprannaturale che ci rivela come i santi vivano in Dio e possano, per volontà divina, farsi presenti nel nostro mondo.
Numerose vite di santi contengono episodi di apparizioni o incontri mistici con le anime del Purgatorio. Basti pensare a San Giovanni Bosco, il quale, legato da profonda amicizia a Luigi Comollo, aveva fatto con lui un patto: chi fosse morto per primo avrebbe fatto sapere all’altro in quale stato si trovava la sua anima. Dopo la morte di Comollo, Don Bosco racconta che una notte, improvvisamente, la porta del dormitorio si spalancò, una luce insolita riempì la stanza e una voce chiara risuonò tre volte: “Bosco, Bosco, Bosco, sono salvo”. Questo evento segna uno dei tanti episodi in cui la tradizione cristiana ci ricorda che le anime, con il permesso di Dio, possono manifestarsi non per spaventarci, ma per chiedere preghiere o dare consolazione.
Queste apparizioni, quando sono autentiche, non sono spaventose né creano confusione: portano invece pace e incoraggiano alla conversione. Le anime che ci appaiono non sono dannate, ma purificandosi nel Purgatorio attendono di essere ammesse alla visione beatifica. Le nostre preghiere, i suffragi e le Messe offerte per loro diventano un dono prezioso che affretta il loro ingresso nella gloria celeste.
Dobbiamo però vigilare, perché il discernimento è essenziale. Non tutte le presunte manifestazioni provengono da Dio: il nemico, che è menzognero fin dal principio, può insinuarsi per spaventare, confondere o deviare dalla verità. La Chiesa, per questo, invita a non praticare lo spiritismo né altre forme di evocazione dei defunti, perché queste pratiche, oltre ad essere proibite, espongono a gravi pericoli spirituali, fino a casi di ossessione o possessione diabolica.
Quando dunque ci troviamo davanti a fenomeni inspiegabili, la via cristiana è quella di rivolgerci con fiducia a Dio nella preghiera, di chiedere consiglio ai sacerdoti e di restare uniti ai sacramenti. Se il fenomeno è autentico e viene da Dio, esso porterà frutti di pace, di conversione e di carità. Se invece lascia inquietudine, paura o confusione, è prudente respingerlo e invocare il Nome di Gesù, che ha autorità su ogni spirito.
Infine, non possiamo dimenticare che la storia della Chiesa è segnata da numerose apparizioni autentiche della Vergine Maria e dei santi, riconosciute dopo accurato discernimento. Queste non sono mai spettacoli per suscitare curiosità, ma richiami alla conversione, alla penitenza e alla speranza nel Vangelo. È significativo che la rivelazione pubblica si sia conclusa con la morte dell’ultimo apostolo: ogni apparizione privata, anche quando è approvata dalla Chiesa, non aggiunge nulla alla Rivelazione, ma la richiama e la orienta al suo centro, che è Cristo.
Cari fratelli e sorelle, la domanda se i defunti possano visitarci ci conduce a una risposta che non è fatta di paura, ma di speranza: noi crediamo nella comunione dei santi, crediamo che la morte non è l’ultima parola e che siamo in comunione con coloro che ci hanno preceduto. Camminiamo dunque nella fede, offrendo preghiere per i defunti, evitando ogni pratica che non sia conforme alla nostra fede e chiedendo sempre la protezione di Dio.
Che il Signore vi doni discernimento, pace e coraggio; che Maria, Regina di tutti i santi, vi accompagni nel vostro cammino e che i vostri cari defunti, purificati dall’amore di Cristo, possano godere della luce eterna.
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